giovedì 10 marzo 2016

Anteprima: Quanno sfamessimo lu munnu di Francesco Rinaldi




Titolo: Quanno sfamessimo lu munnu
Autore: Francesco Rinaldi
Pagine: 156
Prezzo cartaceo:  11,00 euro,
ISBN: 9788899344375


Sinossi: A cento anni dalla nascita di Nazareno Strampelli  un gruppo di braccianti e contadini che  hanno prestato la loro opera al servizio del grande genetista insieme ad altri che continuano a lavorare  presso i campi sperimentali della Piana reatina e di Campomoro, si ritrovano per festeggiare l’importante ricorrenza. Una cerimonia al teatro Flavio Vespasiano ha già visto la partecipazione delle autorità cittadine ma, i nostri amici, sentono il dovere  di celebrare, non soltanto  lo scienziato e il personaggio,  ma soprattutto  l’uomo amabile e cortese  che ha saputo fare del bene a Rieti, all’Italia e ad intere popolazioni nei paesi del mondo.Oltre al testo originale della commedia la pubblicazione contiene un'intervista al regista sulla messa in scena, una prefazione di Roberto Lorenzetti e un opuscolo illustrato sull’attività di Nazareno Strampelli.



L'autore: Prima di affacciarsi al mondo dello spettacolo, Francesco Rinaldi ha svolto diversi lavori, dall’operaio all’operatore scolastico; autore-compositore per l’infanzia, conta tre vittorie allo Zecchino d’Oro, alcune canzoni-sigla per Raiuno favole radiofoniche per Radiounorai e alcune pubblicazioni di musical per le Edizioni Paoline; per il Teatro Ragazzi, come autore-attore-regista, in venti anni di attività ha  realizzato  tournée sia in Italia che all’estero; ha svolto attività di volontariato presso il Centro di Cantalice per un progetto di sperimentazione teatrale per malati di Alzheimer e attualmente svolge attività di volontariato presso il Carcere Circondariale di Rieti come operatore teatrale per detenuti; come commediografo in dialetto predilige i grandi vissuti del Novecento reatino. Prima di Quanno sfamessimo lu munnu, ha scritto,  diretto e rappresentato altre commedie: Lo succaru dé li rapari, Lo bbonu e la puzza dé la ‘ìscosa, Li lalianti, So bbenuti l’americani, Brutti gnefri e capelluni e ’A famija dé ‘na ‘orde.



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