sabato 30 aprile 2016

Anteprima: Infelici e scontenti di Alice Chimera

Autore: Alice Chimera
Titolo: Infelici e scontenti
Editore: Les Flaneurs Edizioni
Isbn: 978-88-99500-15-3
Anno: 2016
Pagine: 216
Prezzo: € 14,00





Sinossi: Nell’immaginario collettivo le fiabe possono finire solo con il classico “... e vissero felici e contenti”. Eppure, chi non si è mai chiesto cosa è successo dopo? Che cosa accadde a Belle dopo la rottura dell’incantesimo? Jasmine, che ha sempre sognato di scappare da palazzo, è felice della sua vita? I racconti si aprono sul finale disneyano che conosciamo tutti e proseguono con la narrazione di fatti tenuti nascosti: l’eroina diviene fautrice della propria infelicità.
Cenerentola si ritrova sposata con un principe che la considera un giocattolo sessuale, Ariel scopre che non è diventata davvero umana e che le manca la possibilità di procreare, Alice, che avrebbe voluto crescere e diventare donna, si ritrova a rimpiangere il Paese delle Meraviglie e la spensieratezza dell’infanzia... Agli occhi delle protagoniste, una scelta: assecondare la sfortuna e stringere i denti oppure sfidarla e soccombere.



L’autore: Alice Chimera è nata a Brescia nel 1986. Ha odiato leggere fino ai sedici anni, quando ha deciso di affrontare quel mostro che la perseguitava da troppo tempo: la dislessia. Da allora non ha più smesso di vivere in simbiosi con i libri e fa il possibile per tenere in allenamento la mente. Ama la cultura giapponese e spera presto di tornare nel paese del sol levante dove è stata nel 2010; ha studiato grafica e da tempo ha abbandonato il paesello di provincia per trasferirsi a Milano, inseguendo l’amore e possibilmente la fortuna, dopo la crisi del 2007. Nel tempo libero scrive sul suo blog (www.alicechimera.com), dove condivide le letture e il piacere di raccontare. Da alcuni anni, anche grazie ai corsi che ha frequentato, ha intrapreso la strada della scrittura. Infelici e scontenti è il suo libro d’esordio.



Alice però era troppo simile a una falena che insegue la luce: ormai non poteva più fermarsi. Quanto avrei voluto che la malattia mi avesse lasciato la forza di fermarla, di impedirle di bruciarsi e di divenire cenere.

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