"Il duca di ferro - Monica Serra"
Trama: Henry C. Demison, duca di Sharp, ufficiale dell’esercito britannico, ha una missione top secret da portare a termine. Resta vittima di un sanguinoso agguato da cui riporta una ferita mortale. Con un audace esperimento in cui parti meccaniche vengono innestate laddove gli organi vitali sono compromessi, lo scienziato Boyle gli salva la vita e lo consegna a notti dissolute, fatte di incubi, carne e metallo.Quando Sharp viene chiamato a recuperare i documenti che aveva nascosto in territorio francese prima di essere ferito, il destino lo fa imbattere nelle sorelle Finnegan. Un inaspettato scambio di persona sconvolge i piani del tormentato duca, risucchiandolo in un tragico epilogo. O si tratta forse di un nuovo inizio?
La versione inglese è stata curata da Alessandro Manzetti, primo autore italiano a vincere un premio letterario negli Stati Uniti, il Bram Stoker Award per le sue poesie di genere horror (2016).
Biografia: Monica
Serra
Twitter:
@MollyGreenhouse
Instagram:
instagram.com/monicas_68
Classe
1968, vivo a Formello (RM) assieme a marito, due figli e due gatti che credono
di essere umani; lavoro da tempo immemorabile in un Istituto di credito e amo
viaggiare. Da lettrice onnivora, mi sono trasformata nel tempo in “narratrice
di mondi” fantastici.
Credo
fermamente in queste parole: “Il fantasy
è argentato e scarlatto, indaco e azzurro, ossidiana con venature dorate e
lapislazzulo. La realtà è di linoleum e plastica, fatta di marroni fango e
verde oliva. Il fantasy ha il sapore di peperoncini e miele, cannella e chiodi
di garofano, di rara carne rossa e vino dolce come l’estate. La realtà sa di
fagioli e tofu, e cenere alla fine.” [G. R. R. Martin]
Il mio
compito, quindi, è raccontare di draghi e magie, di mondi che appartengono ad
altre dimensioni, di viaggi del corpo, del cuore e dell’anima.
BIBLIOGRAFIA
Ho scritto
racconti di vario genere, raccolti in antologie o pubblicati online: Che fine ha fatto Santa Claus? (ST-Books
2012), A mia figlia (Di Virgilio
Editore 2013), Ali di fuoco (La Zona
Morta Magazine 2013), Il varco tra i
mondi (GDS - Chimera 2013), Tempi
moderni (Alcheringa Edizioni 2013), Quella
che chiamiamo estate (Delos Books 2014), Endless (Alcheringa Edizioni 2014), La Via dei Draghi (GDS - Chimera 2014), Bloodywood (Alcheringa Edizioni 2014), E il bosco tacque (Historica Edizioni 2014), La Mal’ombra (I Doni delle Muse 2014), La musica del cosmo (Diversa Sintonia 2015), Le sabbie delle Balakhad (Specchio Nero 2015), Plant de geneste (Alcheringa edizioni 2015), Liberi (Diversa Sintonia 2015), Die
Bäckerhexe (Alcheringa Edizioni 2015), Kat
la sopravvissuta (Altrimedia Edizioni 2016), Il Mare
Nero (Alcheringa Edizioni 2016), Quantum
Leap (prossimamente in un’antologia per Delos Books), oltre che un romanzo
fantasy, La Canzone del Drago (La
Mela Avvelenata 2013), il romanzo breve Ali
del futuro (EVE Edizioni 2015), il racconto lungo (in doppia versione
italiano/inglese) Il duca di ferro
(Astro Edizioni 2016) e i racconti Sangue
alieno e Inside per la serie di
fantascienza Sangue alieno (Diversa Sintonia 2013). Sul sito http://italianswordandsorcery.altervista.org/
, a dicembre 2016 il racconto Il
Talismano degli Antichi ha inaugurato la rubrica “I Racconti di Satampra
Zeiros”.
Collaboro con
alcuni blog letterari come recensore (Sognando
Leggendo, Temperamente, Art-Litteram), sono nella giuria del
Premio Cittadella da alcuni anni e ho ideato e curato insieme a Filomena Cecere
le tre edizioni dell’evento Fantàsya dedicato
alla letteratura fantastica (Formello, 2013/2014/2015).
Lasciamo la parola all’autrice:
▪
Perché
una lettrice
dovrebbe leggere il tuo libro?
Non sono molto brava
a sponsorizzarmi, ma provo a dare qualche indicazione.
Posso dire innanzitutto che il mio non è un
libro scritto con intenti morali o didattici “nascosti”; io amo scrivere per
intrattenere, anche se poi è inevitabile che tra le righe di una storia si
annidino molteplici significati. Attraverso la lente fantastica spesso si
finisce con il parlare – volenti o nolenti- di varie tematiche. Anche Il duca di ferro, oltre la semplice trama avventurosa,
può offrire un altro livello di
lettura con diversi
spunti
di riflessione:
la solitudine del “diverso”; il progresso e la responsabilità morale dello
scienziato; il tema del doppio (l’animo umano tra vizi e virtù, tra bene e
male); l’amore
romantico e le affinità elettive.
In ogni caso, credo
che il motivo principale per cui un lettore potrebbe apprezzare Il duca di ferro è la capacità che le mie storie hanno
di regalare momenti di pura evasione, calandolo in un mondo fatto “della stessa
sostanza dei sogni”, se mi perdonate l’ardire della citazione.
▪
Che
cosa c’è di
innovativo e quali sono gli elementi di continuità
con il genere o con
la tradizione?
In
questo romanzo le innovazioni sono “discrete”, nel senso che non ci sono
eclatanti rotture con la tradizione del genere steampunk. Trattandosi di un
personale omaggio all’opera di Mary Shelley, ho cercato di rispettare il più possibile i canoni letterari
classici nel tratteggio dei
personaggi, nell’ambientazione, nei temi affrontati, e di adattarli al mio
stile di scrittura.
▪
Che
cosa ti ha spinta a scrivere?
Il duca di ferro nasce come racconto per una selezione
antologica dedicata al genere steampunk a cui ho partecipato tempo fa. Solo in seguito, pensando di pubblicarlo in modo indipendente,
ne ho affidato editing e traduzione a un bravissimo professionista, nonché autore
di visionari romanzi horror e novello premio Bram Stoker, Alessandro Manzetti. Poi è arrivata Astro e la storia ha trovato
la sua casa.
▪
Da
che cosa è nata la storia? Quali sono state le fonti di ispirazione?
Rispondere a questa domanda per me è sempre
complicato. In realtà, non saprei dire da cosa nascono esattamente le storie
che racconto. Questa probabilmente spunta da una serie di suggestioni.
Difficile spiegarlo, è un po’ come quando devi abbinare degli abiti: apri
l’armadio e tiri fuori dai cassetti i vari capi.
La fonte principale di ispirazione è stata
sicuramente Mary Shelley (come si evince dalle citazioni che introducono
ciascun capitolo nella versione in lingua italiana), ma tra le righe il lettore
potrà cogliere anche velati omaggi a Jules Verne e persino a Jane Austen.
▪
Quando
scrivi? E come? in modo organizzato e continuo o improvviso, discontinuo?
Purtroppo il tempo che riesco a dedicare alla
scrittura è molto meno di quanto vorrei. Rubo minuti qua e là durante la
giornata: la mattina presto, mentre si fa il caffè, durante il tragitto per il
lavoro, la sera mentre preparo la cena… Ho trovato una mia dimensione ideale
nella forma “racconto” e “romanzo breve”, cercando di non far scontrare sintesi
e sostanza, ma sto lavorando anche a storie di maggior respiro.
Direi, quindi, che scrivo in modo apparentemente disordinato. Di solito compongo le mie storie
come fossero dei puzzle. Non faccio scalette, spesso la trama nasce da una
frase o da una scena che si forma nella mia testa e cresce liberamente attorno
a questo nucleo. Niente scheda dei personaggi, a parte qualche breve appunto
che mi aiuti a non perdermi i particolari durante la narrazione (colore dei
capelli, occhi, un aggettivo per descrivere il carattere). In realtà ho provato
a farle, ma inevitabilmente a un certo punto i miei attori cominciano a
muoversi in modo autonomo, in barba a tutte le linee guida schedate, e qualche
volta anche la trama si è dovuta piegare alla loro volontà. Per questo motivo
mi piace definirmi “narratrice di mondi”: è come se la mia penna fosse chiamata
a raccontare universi che già esistono e che attendono solo di essere svelati.
▪
Quali
strategie hai adottato per promuovere il tuo libro e che tipo di strumenti hai
usato – e
usi- per proporlo all'attenzione dei tuoi potenziali lettori?
Non avendo, come già detto, troppo tempo a
disposizione (anche a causa di problemi di salute, nel 2010 sono scesa in
guerra con un tumore e oggi – tra alti e bassi - combatto la mia resistenza per
tenere lontane nuove battaglie), mi sono mossa in modo autonomo e
prevalentemente sul web. Ho creato un sito autore, una pagina su FB, tengo
saltuariamente un piccolo blog in cui mi piace anche dare spazio a colleghi
emergenti e ho fatto qualche presentazione in librerie e biblioteche. Con Astro Edizioni
ho avuto la mia prima esperienza in fiera come autore (come organizzatrice,
assieme alla collega Filomena Cecere, ho curato per tre anni un evento dedicato
alla letteratura fantastica) e credo che questa sia la metodologia più efficace
per raggiungere lettori appassionati di questo genere. Purtroppo il fantastico nel nostro paese ha
fama di essere letteratura di serie B. Ma non bisogna credere a certe leggende
metropolitane: ci sono fior di autori e autrici fantastici in Italia e i
lettori che seguono questa nicchia sono piuttosto esigenti. Qualcosa si sta
muovendo, negli ultimi tempi; non perdete d’occhio il settore, credo che presto
se ne vedranno delle belle.
▪
(perché
la scelta del self
publishing?) se lo sei
Conosco molti
autori, pubblicati anche con successo da Case editrici tradizionali, che si
sono rivolti al self publishing per dare al pubblico la possibilità di leggere
storie che non avevano trovato una collocazione attraverso i canali “classici”.
Personalmente, ho testato il self publishing mettendo dei racconti su Amazon e
ho fatto parte di un’iniziativa di pubblicazione indipendente partecipando a
un’antologia curata da Alessandro Fusco col collettivo Specchio Nero. Si tratta
di una strada difficile, che richiede energie e tempo per la promozione.
▪
Progetti
per il futuro?
Altra “domandona”. Ho millemila progetti in
divenire: un paio di romanzi finiti e in fase di revisione, qualche altro quasi
terminato, racconti sparsi e molte idee. Ma soprattutto, ho voglia di
sperimentare mettendomi alla prova anche in altri generi. Quando scrissi il mio
primo racconto di fantascienza (Sangue alieno), mi divertii un
mondo a mescolare le mie ambientazioni fantasy con i canoni della sci fi. Recentemente mi sono cimentata con il
mio primo racconto giallo mettendoci un pizzico di mistery e ho ricevuto una
menzione al premio Gialli sui Laghi (c’era in palio la pubblicazione del
racconto in appendice ai Gialli Mondadori). Il prossimo passo potrebbe essere
nel genere romance, perché no?
La vita mi ha insegnato che non bisogna mai porsi
limiti ma soprattutto che non si deve rinunciare ai propri sogni.
In realtà, il 2017 è iniziato con alcuni impegni
importanti, tra cui la riedizione del mio primo romanzo fantasy, La canzone del drago, e una serie di
progetti per vari editori le cui pubblicazioni adoro.
Seguite la mia pagina autore, da lì potrete avere tutte le news in proposito.
▪
Tre
persone da ringraziare
Da quando sono entrata nel mondo della scrittura
(2009) ho incontrato diverse persone che mi hanno aiutato a crescere e mi hanno
insegnato molto.
La lista è davvero lunga, me ne chiedi tre e non è facile scegliere.
Farò quattro nomi; sono nomi di donne speciali, che meritano un
ringraziamento particolare per quello che mi hanno dato: Filomena Cecere, penna
evocativa, amica e compagna di avventura; Claudia Graziani, scrittrice
meravigliosa e
mia
guida tra le stelle, Fabiana Redivo,
autrice che scrive esattamente quello che amo e persona unica, e infine –
ultima ma non ultima - Francesca Costantino, autrice, editor,
agente, editrice fantastica che mi ha presa a bordo dell’avventura
Astro,
diretta “verso l’infinito e oltre!”.
Grazie, ragazze.