A. Benvenuta sul blog "L'essenziale è invisibile agli occhi" Teresa! Ti va di presentarti brevemente?
T. Ciao Anna! È un vero piacere parlare un po’ di me ai tuoi lettori. Sono Teresa Di Gaetano e amo molto leggere e scrivere. La lettura mi ha portato ad apprezzare e ad amare la scrittura. Infatti, fin da bambina leggevo i grandi classici della letteratura prima quella per ragazzi, poi quella internazionale e nazionale. Ho sempre infatti ammirato quei scrittori che hanno saputo rendere in qualche modo sempre verdi e attuali i loro scritti. E ancora oggi, accanto alle letture moderne, mi piace leggere qualche classico. Per il resto sono una giovane donna che ama molto il buon cibo, le belle passeggiate nei giorni di sole e la bella musica (ne ascolto tantissima, anche quando scrivo).
A. Qual è o quali sono i tuoi libri preferiti?
T. Libri preferiti ne ho tanti. Ne citerò solo alcuni per non fare un lungo elenco. Mi piace moltissimo Kitchen di Banana Yoshimoto, Jane Eyre di Charlotte Bronte, Le cronache del mondo emerso di Licia Troisi (l’intera trilogia), Come pioggia sulle dune di Jane Jonson, La ragazza con l’orecchino di perla della Chevalier, Non ti muovere di Margaret Mazzantini, etc.
A. Qual è o quali sono i tuoi autori preferiti?
T. Anche i miei autori preferiti sono molti, ne elencherò solo alcuni. E sono per esempio: Margaret Mazzantini. Ha una scrittura molto passionale e viscerale. Licia Troisi perché ha una scrittura molto semplice e lineare, quindi rilassante. Ma mi piacciono anche molto gli scrittori del passato, come Dostoevskij, ho letto un racconto molto particolare di questo scrittore, che si intitola Crotcaja, e Jean Paul Sartre perché per molto tempo ho amato l’esistenzialismo. E Charlotte Bronte.
A. Com'è nata la tua passione per la scrittura?
T. La mia passione per la scrittura è nata leggendo. E questo amore per la lettura me l’ha inculcato mia madre che ha sempre curato che io leggessi. E la lettura si sa alimenta la fantasia. E io quando ero piccina ne avevo molta e andava assolutamente fermata sulla carta. Ora alla fantasia si è sostituita più la tecnica. Le esperienze delle passate pubblicazioni mi hanno insegnato molto. In effetti, ogni libro è frutto di esperienze che solo sul campo si possono fare, cioè solo quando ci si cimenta a scrivere una storia ti accorgi dei tuoi limiti o delle potenzialità della tua scrittura. E io ho lavorato molto in questo senso, cercando con costanza di migliorarmi. Anche se non è semplice. Però credo che con gli ultimi romanzi che ho pubblicato tra quest’anno e l’anno scorso (Rosehan e la spada di Shanas e Rimani qui con me, il mio nuovo romance) i miglioramenti si vedano. Non c’è paragone tra come scrivevo ben dodici anni fa e oggi. Oggi ho acquisito maggiore consapevolezza della mia penna, anche se lo so che dovrò ancora migliorarmi e chissà magari anche correggere ancora il tiro. Ma sono sulla buona strada.
A. Chi o che cosa ti ispira scrivere?
T. In genere la lettura, poi anche la musica. Oppure delle belle frasi che trovo scritte nel web. Tutto può diventare fonte di ispirazione. Anche una notizia del telegiornale.
A. Come sviluppi un romanzo? Crei delle scalette oppure utilizzi un altro metodo?
T. Dipende dal romanzo. Per esempio, per Rimani qui con me, il mio nuovo romance, ho diciamo fatto qualcosa di rivoluzionario. Non ho pensato alla storia prima di raccontarla, mi sono seduta al pc e pian piano la storia ha preso forma e i personaggi si sono delineati da soli, senza che li costruissi a tavolino. Invece in genere, quando scrivo una storia, come per esempio Rosehan e la spada di Shanas, ho predisposto già prima cosa più o meno accadrà. Una cosa che ho imparato dal corso di sceneggiatura e scrittura creativa che ho fatto nel 2010 è che bisogna costruire la trama del romanzo a priori. Ed ho davvero trovato molto utile questo metodo, perché avendo già raccontato a grandi linee tutta la storia su un foglio, poi per me è stato abbastanza semplice scriverla. Comunque, sia Rosehan e la spada di Shanas sia Rimani qui con me sono due romanzi nati molto ispirati. E di questo ne sono davvero felice. Oltre che soddisfatta.
A. Con quale racconto o romanzo hai esordito?
T. Ho esordito con una raccolta di racconti intitolata “Bubble, Bubble! Dodici racconti” nel novembre del 2003, quindi scrivo in modo professionale da ben dodici anni. Prima ero molto profonda e filosofica, oltre che usavo molto i simboli e le metafore. Ed ero anche poetica. Ho notato però che questo mio stile così ricercato è stato visto da molti lettori come una scrittura complicata, per questo ho totalmente cambiato stile diventando semplice nella scrittura e anche nelle storie. Oggi scrivo solo romanzi meramente d’evasione. Senza insomma avere altre pretesa che quella di far trascorrere qualche ora in compagnia dei miei scritti. Comunque, non rimpiango né rinnego il mio passato. Penso solo che è stata una fase della mia vita che si è chiusa per aprirne una nuova, tutta tesa alla semplicità e alla leggerezza.
A. Attualmente hai in corso d’opera la serie fantasy La sabbia delle streghe, perché hai scritto un libro dissociato da questa saga?
T. Oltre a scrivere fantasy, amo molto scrivere romanzi rosa (i cosiddetti romance. Ne ho già scritto e pubblicato uno breve, che si intitola Senza di te), per cui è stato per me naturale lavorare contemporaneamente ai libri della mia saga fantasy anche a un romance. Continuerò a lavorare ai romanzi fantasy, però desidero tanto e ancora scrivere romance e perché no? Magari anche cimentarmi in qualche altro genere letterario, come gialli o la fantascienza. Non lo escludo, insomma!
A. Com'è nata l’idea di Rimani qui con me? Cosa ti ha spinta ha scrivere un romance?
T. L’idea di scrivere Rimani qui con me è nata vedendo un’immagine. Proprio così, mi sono ispirata a una immagine presa sul web. Nell’immagine si vede la torre del Big Bang di Londra che si specchiava al contrario in una pozzanghera. Questa bella immagine mi ha suggerito l’incipit del romanzo. Infatti, il romanzo inizia con la torre del Castello che si specchia al contrario nella pozzanghera. Poi il resto è venuto da sé. Non ho costruito nulla a tavolino. Ho lasciato libera l’ispirazione. Anche la bella cover realizzata da Elisabetta Baldan mi ha ispirato molto durante la stesura del romanzo. La tenevo sempre sott’occhio e mi ha ispirato tantissimo! Senza che la guardassi con costanza, addirittura non riuscivo a scrivere. È proprio azzeccata per il mio romance!
Comunque, vi lascio l’incipit per incuriosirvi:
L’alta Torre merlata del Castello si rifletteva per tre quarti sulla pozzanghera. Aveva da poco piovuto. Infatti, i terreni coltivati della vallata erano completamente zuppi e apparivano di un colore marrone intenso.
Susan calpestò la pozzanghera e l’immagine della Torre del Castello per un attimo si deformò e scomparve nelle piccole onde increspate provocate dal suo gesto non proprio accidentale.
Portava un mantello di velluto rosso per ripararsi dal freddo, con tanto di cappuccio, e un cestino al braccio.
«Forza, Adam. Andiamo!» sollecitò la ragazzina il fratello gemello.
L’aria era talmente fredda che dalla sua bocca fuoriuscì una nuvoletta di fumo biancastro.
«Susan» protestò quello «vai troppo veloce. Rallenta almeno un pochino, per favore!»
«Sei solo un pappamolle. Ecco cosa sei!» disse di rimando Susan, fermandosi sopra un’altra pozzanghera.
I suoi stivaletti marroni si inzaccherarono tutti di fango.
«Che fretta c’è, scusa? Zia Elisabeth verrà questa sera. Abbiamo tutto il tempo che vogliamo per far ritorno al Castello» piagnucolò Adam.
A. Quale storia vuole raccontarci questo tuo libro?
T. È una storia per lo più corale. Non ci sono dei protagonisti perché non avevo intenzione di crearli, ma tante storie unite da un unico denominatore: l’amore. Però in generale, la storia parla dei Conti di Barrow che hanno due figli gemelli Adam e Susan, che da bambini hanno contratto una leggera forma di poliomielite. La malattia fisicamente non ha lasciato in loro il segno, solo una costante spossatezza, per cui non hanno potuto frequentare, come era consono per il loro rango, dei prestigiosi collegi. E ognuno ha sviluppato il proprio carattere. Mentre Susan è generosa, fantasiosa ed estroversa, Adam invece è introverso e, a volte, un po’ cupo. Quello che però li accomuna è la loro grande amicizia per Charlotte e Jimmy Stevens, due bambini più o meno della loro età, ma poveri. In particolar modo Adam è innamorato della piccola Charlotte. Accanto a questo amore puro e ingenuo, se ne stagliano altri, come quello che prova Lord Gilbert Thorton per la bella ereditiera miss Emma Wellinton, oppure quello di Lord McLeod per la frivola Isabel Norton. Tutto questo in uno scenario decadente e antico. Una storia insomma che si staglia nel passato per raccontare ai lettori quell’intreccio di sentimenti tipici del romanticismo ottocentesco.
A. Parlaci dei personaggi e delle ambientazioni.
T. Quasi tutta la vicenda si svolge in un luogo immaginario, Derseland, e nel Castello dei Conti di Barrow. Quindi, l’ambientazione è molto scarna ed essenziale. Derseland è un luogo dove d’inverno piove sempre, mentre d’estate c’è sempre il sole. Mi piaceva l’idea di questa costante della pioggia, per dare quel pizzico di malinconia alla storia. In genere, le giornate uggiose e piovose suggeriscono un po’ di tristezza. Ho voluto dare questo senso di malinconia perché si parla di tante storie d’amore, però questa atmosfera piovosa ne dà una connotazione dolciastra, a tratti amara. I personaggi sono tanti come dicevo nella risposta precedente. Non c’è un unico protagonista. Però quelli principali sono: intanto i Contini di Barrow, Adam e Susan. I due fratelli gemelli, figli dei Conti. Loro sono diversi e affini di carattere. Da un lato c’è Susan che è solare, estroversa, fantasiosa e generosa, mentre Adam è schivo, introverso e... a volte (ma solo a volte) cupo. Poi abbiamo la graziosa Miss Emma Wellinton, che è un po’ sognatrice e romantica; il tenebroso lord Gilbert Thorton, che è sempre triste e malinconico a causa di una malattia cardiaca. Infine Lord McLeod, un tipo molto gioviale, innamorato della frivola Isabel Norton. Diciamo che in quasi tutti i personaggi ho creato i vari opposti. Se per esempio Emma è sognatrice e romantica, di contro Lord Gilbert Thorton è realista e pratico. Però si sa... gli opposti si attraggono. E Lord Gilbert Thorton è innamoratissimo della graziosa Miss Wellinton.
A. Tu sei un’autrice self. Cosa ne pensi dell’autopubblicazione?
T. Mi trovo davvero bene con il sistema dell'autopubblicazione, perché i libri hanno poi le caratteristiche che desidero che abbiano (copertina plastificata lucida, buon tipo di carta, il carattere che ho usato per scrivere il mio romanzo, etc.) e poi stabilisco tutti io, cioè l’immagine della cover la scelgo io, il prezzo anche. Quindi, massima libertà. L’unico problema è che come sempre manca la promozione. Bisogna arrangiarsi da soli. E non è semplice farla. Da poco ho scoperto un’associazione (la SEU) che si prodiga, pagando la quota dello stand, a portare i libri almeno nelle fiere. E questa è davvero una buona cosa. Infatti, i miei libri saranno al Buk Modena, al Cusplay di Pisa, al Cartoomics di Milano e finalmente alla famosa fiera del libro di Torino. È una vita che sogno di andarci, non solo fisicamente, ma anche e soprattutto con i miei libri. E a quanto pare quest’anno sono riuscita a realizzare il mio sogno. E anche se comunque non sarò agli stand, i miei libri i lettori li troveranno lì, così potranno constatare la loro ottima qualità. Quindi il self publishing ha dei vantaggi, però gli svantaggi sono che i libri non arrivano fisicamente nelle librerie e non sono portati in giro per le fiere. Dunque, manca un po’ di sana promozione.
A. Stai già lavorando a qualche progetto futuro?
T. Sì, sto lavorando intanto al seguito di “Rimani qui con me” che si intitola “Pezzi mancanti di te” e in contemporanea al libro della mia saga fantasy, – La sabbia delle streghe - Milmay la nuova regina. Entrambi i romanzi porteranno le bellissime cover realizzate dalla grafica, nonché scrittrice, Violet Nightfall.
A. Tra i tuoi personaggi quale preferisci e perché?
T. Per ora sto scrivendo il seguito di Rimani qui con me, che si intitola “Pezzi mancanti di te” e il mio personaggio preferito in assoluto è Lord Gilbert Thorton. Un uomo sulla quarantina, malato di cuore e quindi per questo perennemente triste e malinconico. Lui ama moltissimo miss Emma Wellinton, infatti i due si sposano, però vive, all’interno del suo matrimonio, il dramma di non vedere ricambiati i suoi sentimenti. È un personaggio che amo molto perché vive questo amore struggente e, allo stesso tempo, non corrisposto sopportando con pazienza tutto quello che di negativo gli accade. E poi è molto passionale. E a me piacciono i personaggi passionali. Sono così vivi!
A. Le persone a te più care ti hanno sempre sostenuta in questa tua passione?
T. Be’ all'inizio la mia passione per la narrativa è stata vista come un qualcosa di strano. In ogni caso, nessuno mi ha riempita di illusioni dicendomi che sarei diventata ricca e famosa. Purtroppo al giorno d’oggi di scrittura non si campa. Però... ecco... dopo questa iniziale diffidenza, mi hanno incoraggiata o comunque mi hanno assecondata. Quindi... non sono ostacolata.
A. Cosa secondo te non può assolutamente mancare in un libro perché resti impresso nel cuore del lettore?
T. Dei bei personaggi e della bella scrittura. Ma bella scrittura non intesa come il romanzo scritto perfettamente in italiano. No! Ho letto qualche romanzo di scrittori esordienti o emergenti come me e anche se avevano scritto un romanzo inappuntabile a livello d’italiano, poi non comunicavano nulla. No, secondo me un buon romanzo deve essere ben scritto (ci mancherebbe! Non sto affermando il contrario), però ognuno deve avere uno stile personale e deve avere il coraggio di osare qualche volta. Ecco cosa è per me “bella scrittura”, quella che ha un suo stile inconfondibile e che ha un suo ritmo che suona all'interno di ogni lettore, perché la scrittura è un po’ come una musica per gli orecchi e per tenere desto l’interesse del lettore deve saper emozionare, tenere incollato fino alle ultime pagine, anche con qualche piccolo scivolone (la perfezione non è di questo mondo), basta però che sia avvincente!
A. Secondo te, le case editrici danno poco spazio agli autori emergenti?
T. Purtroppo quelle medio piccole sì. Il problema (non so se poi sia un problema, dipende dai punti di vista) è che scriviamo praticamente tutti, quindi è difficile se non impossibile ognuno poi trovare una propria fetta di mercato. Però non critico la grande diffusione di questa passione per la scrittura. Diciamo che un po’ mi sorprende. Io credo che se avessi avuto una bella voce e anche intonata avrei fatto la cantante, oppure se fossi stata portata per la recitazione avrei fatto l’attrice. Cioè mi sento personalmente affine a fare parte di un campo artistico, perché è quello che sento dentro. Ora con questo non voglio dire che per me la scrittura è un ripiego. Tutt’altro! Mi sono sentita idonea a dedicarmi alla scrittura, perché davvero ero dotata di una fantasia sfrenata e mi sembrava un po’ peccato non fermarla sui fogli di carta.
A. Saluta i nostri lettori con una delle tue citazioni preferite.
Non so se posso, ma mi piacerebbe concludere con una frase del mio nuovo romance “Rimani qui con me”, in uscita a Gennaio:
«Perdonatemi» si affrettò a dire la ragazza. «Non volevo ferirvi»
«Perché?» domandò contrito Gilbert. «Vi state vendicando. È giusto, no?»
(dialogo tra Emma e Gilbert, tratto da Rimani qui con me)
Grazie ancora Anna per avermi ospitata nel tuo splendido blog.
- Sono io che ringrazio te, Teresa per aver scelto L'essenziale è invisibile agli occhi!
Questa tua intervista mi ha davvero colpita, e spero un giorno di poter leggere il tuo romance che mi ispira molto!
Grazie per la bellissima intervista! (Teresa)
RispondiElimina