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lunedì 21 maggio 2018

RECENSIONE: Il pipistrello di Jo Nesbo

“L'intuizione non è che la somma di tutte le esperienze fatte. M'immagino che tutto che hai visto, tutto che sai, credi di sapere e non sapevi di sapere siano immagazzinati nel subconscio dove sonnecchiano, per così dire. Normalmente non avverti la presenza di quell'animale dormiente, che mentre se ne sta lì a russare assorbe nuove impressioni, giusto? Ma ogni tanto batte le palpebre, si stiracchia e ti dice: ehi, guarda che quell'immagine l'ho già vista. E ti spiega quali punti dell'immagine sono collegati.





Titolo: Il pipistrello
Autore: Jo Nesbo
Editore: Einaudi Super ET
Pagine: 412
Prezzo: € 13,50

Una ragazza norvegese è stata assassinata a Sidney. Il detective Harry Hole della squadra Anticrimine di Oslo viene mandato in Australia per collaborare con la polizia locale. Ma lui non è tipo da limitarsi a osservare il lavoro degli altri. E presto scopre che l'omicidio della ragazza è l'ultimo anello di una lunga catena. Un quadro a tinte così forti che Harry vede proiettarsi sulle indagini l'ombra minacciosa di alcune figure della mitologia aborigena. In particolare quella di Narahdarn, il pipistrello che reca la morte nel mondo.






Il thriller 



Il pipistrello è il primo romanzo della serie di Harry Hole, pubblicato originariamente in Norvegia nel 1997, ma arrivato in Italia solo nel 2014. Non è solo il primo libro della serie, è anche il primo che Jo Nesbø ha scritto nella sua carriera. 

La storia si svolge in Australia, principalmente a Sidney, dove viene ritrovato il corpo senza vita di una ragazza svedese, stuprata e poi strangolata a morte. Harry Hole, un rinomato poliziotto norvegese, viene coinvolto nelle indagini per aiutare i colleghi australiani a risolvere il caso. 

Un aspetto importante di questo romanzo è che il lettore non solo partecipa alle indagini dell’assassinio ma, grazie ai racconti del poliziotto (partner di Hole) Andrew Kensington, entra in contatto con una parte preziosa della cultura australiana. Kensington infatti è uno dei personaggi principali di questo romanzo; è un aborigeno dal passato difficile e molto turbolento che conosce molti aspetti della storia dell’Australia. 

Un’altra particolarità è quella che, non essendo un romanzo fine a se stesso ma facendo parte di una serie dedicata appunto al poliziotto Harry Hole il lettore scopre poco alla volta i trascorsi di questo personaggio molto particolare; come ad esempio il vero motivo per cui è stato mandato in Australia e allontanato dalla Norvegia. 



“La gente ha paura delle cose che non capisce. E odia le cose di cui ha paura.



Per quanto riguarda i restanti personaggi principali di questa storia, il lettore viene a contatto con una grande varietà di soggetti molto diversi tra loro: il clown gay (dichiaratosi all’età di 10 anni e senza mai aver avuto un ripensamento sul suo orientamento sessuale), un uomo grasso (proprietario dell’appartamento in cuiviveva Inger) con un cane vegetariano, una delle colleghe della vittima (Brigitta – che successivamente diventerà un personaggio saliente), spacciatori, bande criminali, prostitute e spogliarelliste. Tutti straordinariamente descritti nei dettagli. 

Personalmente è un libro che mi è piaciuto molto, si tratta di un thriller psicologico, quindi non lo definirei affatto macabro, ma piuttosto ricco di indizi seminati qua e là che il lettore riesce a mettere insieme solo alla fine, solo al momento in cui Hole capisce chi è il vero colpevole. 

Non avendo mai letto nulla di Jo Nesbø (ma avendolo sempre sentito nominare) continuerò sicuramente nella lettura dei suoi romanzi. Il suo stile è semplice, diretto, accurato e dal ritmo calzante; a mio parere questo è un ottimo romanzo, fruibile da tutti e che non provoca incubi. La sua scrittura è completa, ricca di analessi e flashback; e utilizzando un narratore esterno permette al lettore di entrare in estremo contatto con la storia e la psicologia di ogni personaggio.



“La verità è che nessuno vive di verità e perciò la verità non interessa a nessuno. La verità che ci costruiamo è solo la somma di quel che la gente ritiene accettabile, commisurato al potere che detiene.

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