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mercoledì 11 gennaio 2017

Anteprima: Lascia che dimentichi l'oggi fino al domani di Roberta Patellaro




SinossiE’ possibile arricchire un romanzo con una colonna sonora? Questo libro rappresenta un esperimento narrativo per sottolineare e rafforzare attraverso versi di canzoni gli avvenimenti principali della storia e soprattutto i pensieri e le emozioni del protagonista, con l’espediente di una radio accesa, un giradischi che suona, un cantante per strada. 

Owen D. Fonda è un neolaureato in lettere inviato a lavorare per una giovane casa editrice nella San Francisco del 1966. Inaspettatamente si trova così catapultato in una città che sta ribollendo in preparazione della “Summer of Love”. Venendo a conoscenza di personaggi tanto eccentrici, quanto distanti da lui, comincia il duro processo d’integrazione, favorito solo dal fatto che dopo tutto non ha altro posto dove andare. Owen si lascia così trascinare nel vortice di due rapporti tanto enigmatici, quanto contraddittori: l’amara ammirazione verso Adam, che incarnando lo spirito del tempo rimane un eroe destinato al declino; e l’ambiguità dell’incontro con Clio, un ragazza apparentemente arrivata dal nulla e protratta verso il nulla stesso. 

All’interno di questo vortice, l’atmosfera del 1966-1967 comincia in breve a perdere il suo illusorio incanto e a rivelarsi per quello che è in realtà, costringendo il protagonista a scoprire in cosa consiste concretamente l’opposizione alla guerra del Vietnam fuori dalle piazze e lontano dagli striscioni. Owen si trova così ad affrontare progressivamente lo sgretolamento del suo microcosmo; sarà in grado però di accettare la fine dell’illusione e lasciarsi indietro quei rapporti che solo nell’illusione possono sopravvivere?


Biografia dell'autriceRoberta Patellaro è nata a Roma nel 1993. Avendo sempre avuto il desiderio di vivere all’estero ed un interesse per la cultura anglosassone, ha completato un anno di liceo in Canada e l’università in Inghilterra, dove si è laureata in "Scienze Politiche" e "Sviluppo Internazionale e Studi di Genere". Oggi lavora al World Food Programme (un'agenzia dell'ONU) a Roma. Grazie agli studi ha dedicato molto tempo alla lettura ed arriva all'esperienza di scrittrice in maniera accademica, collaborando al giornale universitario ed a vari blog internazionali su temi politici e sociali. Ha sempre avuto una passione per la storia della musica rock, che l’ha portata a scrivere questo primo romanzo ambientato negli anni 1966-1967 in California.


Lasciamo la parola all'autrice

Perché un lettore dovrebbe leggere il tuo libro? 
Gli anni ’60 sono stati una rivoluzione, una cesura netta verso gli anni precedenti. Il mondo dove viviamo oggi dipende molto dai cambiamenti di quegli anni, soprattutto il ’68. Dal punto di vista musicale in particolare, gli anni ’60 sono stati assolutamente innovativi ed anche la musica che ascoltiamo oggi deriva direttamente da quegli anni. Ormai spesso non ci soffermiamo più a capire quei testi che erano tanto cruciali per l’epoca, soprattutto in Italia dove ci confrontiamo anche una barriera linguistica. In questo libro, ho tentato di rimettere le canzoni nel loro contesto storico, tentando di rendere l’atmosfera effervescente e la complessità sociale e politica di quel periodo. Questo libro di rivolge non solo agli appassionati, ma a chiunque voglia approfondire questo periodo storico tanto affascinante e la sua musica. 

Che cosa c’è di innovativo e quali sono gli elementi di continuità con il genere o con la tradizione? 
Questo libro fa parte del genere ‘romanzo di formazione’ affrontando gli anni decisivi nella formazione del protagonista Owen, però cerca di farlo in una maniera innovativa creando una sinergia tra due espressioni artistiche diversi, quali le parole scritte e la musica. Questo romanzo è pensato perciò, come un esperimento narrativo per sottolineare e rafforzare attraverso versi di canzoni gli avvenimenti principali della storia e soprattutto i pensieri e le emozioni del protagonista, con l’espediente di una radio accesa, un giradischi che suona, un cantante per strada. 

Che cosa ti ha spinta a scrivere? 
Questo libro è stato scritto per la maggior parte in una fattoria di un piccolo paesino del Canada, in una valle immersa nel verde, in cui ho passato un anno della mia vita. Da una parte, il fatto di essere immersa nella cultura anglosassone, mi ha fatto sentire più vicina all’ambientazione della storia, e dall’altra parte è stato un modo per me di rimanere vicina alla lingua italiana. In particolare, vivendo in un paesino del British Columbia che ancora oggi risente di una corrente che si potrebbe definire ‘hippie’ o successivamente ‘new age’, dove la vita si svolgeva all’aria aperta a contatto con la natura. L’atmosfera carica di arte, musica, poesia e spiritualità, intesa come ricerca di armonia con la natura, è stata molto stimolante per scrivere un romanzo ambientato negli anni ‘60. 

Da che cosa è nata la storia? Quali sono state le fonti di ispirazione? 
Alle origini di questa storia, si trova soprattutto la mia passione per la musica rock e folk degli anni ’60. Si trattava di canzoni in cui il testo era particolarmente importante, riflettevano lo spirito del tempo e spesso raccontavano esse stesse storie compiute. Sentendo queste canzoni, mi è venuta la voglia ed il piacere in prima persona di scoprire quegli anni e studiare il contesto storico, politico e sociale di cui facevano parte. La scoperta della cultura ‘hippie’, così libertaria e di rottura, che si è sviluppata in simbiosi con forme artistiche, specialmente la musica, è stata fondamentale per il mio percorso di formazione e la spinta propulsiva per scrivere questo libro. 

Quando scrivi? E come? in modo organizzato e continuo o improvviso, discontinuo? 
Sicuramente ho un approccio emotivo alla scrittura, discontinuo ed improvviso, perciò i periodi in cui scrivo più intensamente sono strettamente legati agli stimoli culturali intorno a me ed esperienze personali che vivo. Scrivo preferibilmente di notte e accompagnata solo dalla musica che di volta in volta rispecchia i miei stati d’animo ed influenza quello che scrivo. 

Quali strategie hai adottato per promuovere il tuo libro e che tipo di strumenti hai usato – e usi- per proporlo all'attenzione dei tuoi potenziali lettori? 
Essendo questo il mio primo libro, ho iniziato con una promozione dal basso, usando i social media, specialmente Facebook, ed appoggiandomi alla mia rete di contatti personali. Nello stesso tempo, sto organizzando presentazioni presso libreria e partecipazione a varie fiere del libro. 

Progetti per il futuro? 
Continuerò a scrivere, perché per me è un’attività che va di pari passo con la mia crescita personale. Per gli studi che ho fatto, sono molto interessata a quello che è successo e che succede nelle società passate e presenti e da queste dinamiche traggo i l’ispirazione e la materia per i miei scritti. 

Tre persone da ringraziare 
Vorrei ringraziare soprattutto la mia famiglia per aver riempito casa di amore, divertimenti, libri e musica, e aver sempre considerato l’arte in tutte le sue forme come un valore da condividere.

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