Buona sera lettori,
Siamo in fondo alla settimana, e come ogni venerdì ho il piacere di chiudere questa giornata autore dedicata a CLARA CERRI e al suo romanzo Lettere fra l'erba.
Sinossi: Isabella è tornata a casa dal
collegio e cerca di ritrovare la normalità con suo padre, la scuola, la sua
passione per il teatro. Conoscere gli amici di sua madre, morta quando aveva
pochi mesi, risveglia la sua curiosità verso di lei. Con fatica ricostruisce il
suo vero volto dai loro racconti, dalle lettere di un'amica lontana, dallo
stesso bisogno di amore e di bellezza che sente crescere dentro di sé. Ma dovrà
farsi strada tra i rimorsi e i silenzi di suo padre e di tutti quelli che la
circondano, attraverso momenti di rabbia e di sconforto, per trovare la sua
verità su sua madre e sulla storia d'amore che ne ha segnato la vita, una
storia iniziata nel 1990 con l'occupazione dell'università e col tentativo di
suicidio di un amico pieno di talento ma fragile, che rimarrà ossessionato da
lei e le starà accanto quando sarà lei a vedersi cadere il mondo addosso.
Estratti da Lettere
fra l'erba.
«Che meraviglia, hai le
calze vere col reggicalze...» la sua voce era diventata un sussurro tagliente.
«Per chi ti sei vestita così, di' la verità... E queste mutandine sottili, si
sente tutto attraverso, non è vero? Come scotti...»
«No! Ti prego, non
resisto...»
«Non devi resistere, è
quasi mezzanotte, qui non ci vede e non ci sente nessuno». Ilaria sentì le sue
dita sulla carne scoperta e non riuscì a trattenere un gemito. «Ecco, così,
brava, lo so che sei tutta un fuoco... Non cadere, aggrappati a me».
Il cuore le batteva come
dovesse strapparsi dal petto, sentiva il sesso come una rosa scompigliata da
cui saliva calore e colava sangue, non poteva più aprire gli occhi, non poteva
più parlare, parlava solo lui e guidava la sua mano intimorita, «Toccami anche
tu, immagina di sentirmi dentro...»
«Fammi vedere se sei
veramente bello come vuoi far credere. Spogliati».
Antonio sembrò colto di
sorpresa, poi fu come se ritrovasse le coordinate di un comando noto, si alzò e
si denudò con calma, serio, con il gesto umile di chi mostra il proprio corpo
come uno strumento del mestiere, e rimase immobile in piedi, con gli occhi
bassi, le mani appoggiate alle cosce per nascondere l'interno sfigurato dei
polsi. Era bello davvero, talmente ben proporzionato da far pensare che Dio
avesse creato Adamo proprio così, e i discendenti fossero cresciuti a loro
discapito.
«Ho amato questa
creatura abbastanza da lasciarle la possibilità di vivere quando questo
dipendeva da me, ma l'amore che le era stato indispensabile per vivere, come
dicevi tu, quello l'ho abortito. Era lì assieme a lei, come un gemello
invisibile, ed è come se avessi infilato un ferro da calza dentro il mio utero
e avessi frugato fino a trovarlo, e ucciderlo. Non l'ho visto, ma posso
immaginare com'era, e lo rimpiango. Era fatto di dolcezza e di luce, della
sostanza felice di Dio, era nato tra due corpi umani ma era divino, ed era
destinato a essere il sostegno della sua vita, la gioia dalla gioia. Non c'era
giudizio e non c'era errore che potesse giustificare la sua uccisione».
Lasciamo la parola all’autrice
▪ Perché
una lettrice
dovrebbe leggere il tuo libro?
Perché è una storia vera, a tratti cruda,
come quelle che abbiamo vissuto ogni volta che l'amore ci sembrava l'unico cosa
importante in un mondo senza significato. Perché parla di errori, di rimorsi,
ma anche della possibilità di tornare a vivere e ad amare.
▪ Che
cosa c’è di
innovativo e quali sono gli elementi di continuità
con il genere o con
la tradizione?
La
storia ha tratti classici: c'è il tradimento, il contrasto tra dovere e
passione, il segreto di famiglia, il bisogno di dimenticare degli adulti che si
scontra col bisogno di sapere dei giovani. Però il linguaggio è moderno e il
modo di vivere quello dei nostri anni. I personaggi vivono i loro sentimenti
con grande intensità, ma sono sempre coscienti di quello che fanno, delle loro
contraddizioni. Tutti i
protagonisti, Antonio, Ilaria, Vincenzo, sanno che stanno cercando la felicità nella direzione sbagliata,
eppure insistono. L'unica che dimostra un minimo di saggezza è Isabella, la protagonista adolescente, che affronta
con grande coraggio la sua ricerca della verità, anche se le fa male.
▪ Che
cosa ti ha spinta a scrivere?
Era
una storia importante per me, volevo che lo diventasse anche per gli altri.
▪ Da
che cosa è nata la storia? Quali sono state le fonti di ispirazione?
Quando
ho cominciato a scrivere questo romanzo ero giovane e molto delusa, stavo
vivendo la fine di una storia importante e poter tornare ad amare qualcuno mi
sembrava un miraggio. C'era un ragazzo che mi piaceva, ma mi sembrava una
pazzia innamorarmi di lui: era strano, così diverso da me, così
perso nelle sue ambizioni (nella
realtà era un musicista, non un attore). Questo è stato il nucleo del personaggio di Antonio, uno dei
protagonisti del romanzo, sia nella parte che parla del passato (gli anni dal
1990 al 1997) che in quella presente
(il 2012, quando Isabella, la figlia di Ilaria, conosce Antonio). In quel
periodo ho conosciuto un gruppo di amici nuovi che mi ha aiutato e mi ha
sostenuto molto. Per questo l'amicizia è un elemento molto importante nel romanzo.
▪ Quando
scrivi? E come? in modo organizzato e continuo o improvviso, discontinuo?
Questo romanzo l'ho scritto in modo discontinuo
all'inizio, poi per un periodo mi sono dedicata a scriverlo a tempo pieno. È stato un
periodo bellissimo, in cui ero piena di idee e non pensavo ad altro. Non avevo
ancora bambini, peraltro...
▪ Quali
strategie hai adottato per promuovere il tuo libro e che tipo di strumenti hai
usato – e
usi- per proporlo all'attenzione dei tuoi potenziali lettori?
Premetto che di marketing non ne capisco una mazza,
per dirla con eleganza. Col romanzo precedente, "Dodici posti dove non
volevo andare", ho usato dapprima i social, postando su Facebook foto,
estratti e musiche che aiutassero i possibili lettori a entrare nel mondo del
mio romanzo. Poi ho cominciato a portare il mio lavoro nel mondo reale,
organizzando una presentazione cui sono intervenute quasi ottanta persone e per
la quale ho coinvolto il coro polifonico e il circolo letterario di cui faccio
parte (il Bel-Ami di Roma). Ho anche recitato in varie occasioni un monologo
tratto dal mio libro, in cui do voce a una vecchia prostituta romana che
racconta la sua vita. Per quanto riguarda "Lettere fra l'erba",
mi sto sforzando farlo conoscere sui social e di procurarmi più recensioni
possibili dai blog, ma devo ancora trovare un modo per portare questo romanzo
nel mondo reale: ha una storia molto più complessa e moltissimi personaggi. Mi
piacerebbe coinvolgere una compagnia teatrale e mettere in scena dei dialoghi.
▪ Progetti
per il futuro?
Ho un romanzo nel
cassetto che mi fa disperare: è difficile da definire come genere e comincio a
pensare che piaccia solo a me... è molto strano, com'è strano il protagonista,
un adolescente introverso, con una storia famigliare difficile, che scopre la
sua sessualità e la passione per l'arte che lo guiderà per tutta la vita. Per quanto riguarda il futuro, ho molte idee
da realizzare: per esempio un romance M/M tra due ragazzi della mia
generazione, una storia horror ambientata a Roma, e infine una specie di
romanzo comico-storico-soprannaturale cui ho cominciato a pensare quando avevo
quindici anni e che sarebbe ora di scrivere.
▪ Tre
persone da ringraziare
Mio marito e mio figlio che mi sopportano quando
sono nel pieno del furore creativo o quando mi lamento degli editori o delle vendite
degli ebook,
la mia amica Valentina che legge le mie storie (e le mie lettere, che ormai
sono email o messaggi su Facebook) dai tempi del liceo.
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