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mercoledì 4 maggio 2016

La DARK ZONE associazione culturale presenta: Ancora un po' di Charlie di Melissa Pratelli




CENNI SULLA DARK ZONE

Chi frequenta i social network la conosce già. Così come una moltitudine di autori, lettori e semplici appassionati. Perché la Dark Zone è fin dalla sua nascita un ritrovo caldo e accogliente per tutti coloro che hanno in comune la passione per i libri. Ma da febbraio la “creatura” fortemente voluta da Francesca Pace ha fatto un ulteriore salto di qualità, trasformandosi, da elegante e coinvolgente salottino letterario, in un’Associazione culturale a tutti gli effetti.
Ideata in una calda giornata di luglio, tra una chiacchiera e l’altra, la Dark Zone della Pace, pensata come un luogo di incontro tra autori e lettori per scambiare idee, confrontarsi e crescere insieme, è presto diventata un polo di aggregazione e una fucina di idee sempre nuove e fantasiose. Ha unito sotto il suo marchio autori di diverso genere nella creazione di quattro antologie tematiche che costituiscono “Le favole della buona notte della Dark Zone”, e propone eventi online con l’intenzione di promuovere i “suoi” autori. Oggi, dopo i primi mesi di attività, il gioiello della Pace, che tra le altre cose ne amministra le attività sui social network, è diventato dunque un’Associazione culturale.
Una crescita voluta fortemente dalla sua ideatrice, che avrà così maggiori possibilità di continuare a perseguire i suoi obiettivi, primo tra tutti quello di promuovere autori editi e non sul web, portando i loro nomi sulle bacheche dei lettori. Senza dimenticare i nuovi obiettivi, come quello di portare e rappresentare su tutto il territorio le decine di autori che fanno parte della Dark Zone, attraverso l’organizzazione di presentazioni e la partecipazione a fiere ed eventi dedicati ai libri e alla letteratura. Missione della Dark Zone sarà anche quella di aprire porte altrimenti sbarrate e permettere agli scrittori di farsi conoscere sia tramite il web, sia fisicamente dai lettori.
Ma la Pace non si accontenta di questo e si è prefissata un altro importante traguardo, forse perfino più ambizioso: far pubblicare alcuni autori attraverso la sua nuova Associazione culturale, accompagnandoli e sostenendoli con il suo marchio. Avvalendosi di un team di professionisti tra cui editor, illustratori e social media manager, infatti, la Dark Zone nella sua nuova veste pubblicherà i romanzi di alcuni degli scrittori che fanno parte del gruppo. Il catalogo, almeno all’inizio, conterà pochi titoli. Questo per una precisa scelta editoriale che punterà anzitutto sulla qualità di quei titoli ritenuti davvero validi sotto ogni punto di vista.
L’Associazione, infatti, svolgerà le sue attività a titolo completamente gratuito, rifiutando la richiesta di qualsivoglia contributo da parte dell’autore, nel rispetto delle proprie convinzioni e dell’amore per i libri e la letteratura.
I primi due contratti sono già in partenza. L’esordio ufficiale in tal senso si avrà tra pochissimi mesi, in occasione del Romics, fiera dedicata a fumetti, videogiochi e mondi fantasy di Roma, città natale di Francesca.

La Dark Zone presenterà al Salone Internazionale del libro di Torino, in anteprima, “Ancora un po' di Charlie” di Melissa Pratelli.



SINOSSI

Charlie e Grace sono amici sin da piccoli. Si sono conosciuti di fronte alla scuola materna e da quel momento non si sono più lasciati.
Charlie è un tipo solare, espansivo, perfettamente a suo agio in mezzo agli altri. Grace, all’opposto, è taciturna, brontolona e dal carattere molto difficile, viene definita dalla sua stessa madre “socialmente disabile”.
Il giorno del dodicesimo compleanno di Grace, accade qualcosa che porta i due amici a litigare. Charlie legge il diario di Grace e la ragazza, sentendosi tradita dall’unica persona di cui si fida, lo caccia via.
Il caso vuole che poco tempo dopo Grace debba trasferirsi con la famiglia in Arizona, lasciando per sempre NY e il suo amico.
Cinque anni dopo Grace torna nella sua città natale e non c’è stato giorno negli ultimi anni in cui non abbia provato rimorso per essersi comportata in modo così stupido con il suo migliore amico.
Grace comincia così una disperata ricerca di Charlie, cercandolo nei luoghi che avevano
popolato la loro infanzia e, alla fine, riesce ad incontrarlo.
Charlie è quello di sempre e sembra non portare rancore alla vecchia amica, anzi, è felicissimo di rivederla ed averla di nuovo nella propria vita.
I due ricominciano a frequentarsi e Grace viene a poco a poco introdotta nella nuova vita di Charlie, conosce i suoi amici, la sua ragazza, scopre la sua nuova passione per il nuoto e ritrova l’amore che li aveva sempre uniti, quello per la musica.
Tra momenti divertenti e scene imbarazzanti a ritmo di musica, i due si renderanno pian piano conto che forse ciò che provano l’uno per l’altra non è soltanto amicizia ma qualcosa di molto più profondo e viscerale.
Il romanzo è strettamente connesso alla musica. Ogni capitolo porta il titolo di una canzone ed è introdotto da un estratto della stessa, legato in un modo o nell’altro all’argomento del capitolo e alle emozioni provate dai personaggi.



MELISSA PRATELLI

Melissa Pratelli è nata a Pesaro, sulla riviera Adriatica. Dopo aver frequentato il liceo linguistico nella sua città, si è laureata presso la facoltà di lingue e letterature straniere di Urbino, perseguendo la sua passione per le lingue. Sin dalla tenera età, ha amato i libri e la lettura e la sensazione travolgente di perdersi dentro nuovi mondi e nuove storie.
Da sempre amante del genere fantasy in tutte le sue sfumature, esordisce con il primo volume di una saga urban fantasy intitolato "I Figli di Danu: Il Richiamo" pubblicato in prima edizione nel 2011 e in nuova edizione nel 2015 insieme al secondo volume della saga, “La Confraternita”.
Il suo ultimo romanzo, “Ancora un po’ di Charlie”, appartiene invece al filone romantico e young adult, un genere che ha da poco imparato a conoscere e ad amare.



ESTRATTI

«Sei un pozzo senza fondo.»
«Lo so. Ma devo diventare grande e forte, no?» replicò sorridendo.
«Così le ragazze cadranno ai tuoi piedi?» lo punzecchiò Grace, colpendolo alla gamba con la punta della scarpa.
Charlie la guardò. «Così posso proteggere te.»
Grace lo fissò, stupita dal tono spontaneo con cui aveva pronunciato quella frase.
«Perché sei mio amico?» gli domandò poi a bruciapelo. Charlie era come un fratello: le stava accanto, giocava con lei, le insegnava le parolacce e sembrava si sentisse in dovere di proteggerla. Ma loro non erano fratelli, lui non era tenuto a comportarsi così e Grace si
domandava se a lungo andare non si sarebbe stancato di tutto ciò.
Charlie la fissò sgomento. «Eh?»
Grace lo guardò negli occhi: erano verdi all’esterno e nocciola attorno all’iride. «Perché sei mio
amico?» ripeté. «Insomma… io ho un carattere orribile» aggiunse.
«Non hai un carattere orribile» disse lui, ridendo. «Sei una tipa tosta e matta. Per questo mi piace stare con te» spiegò.
«Ma dai! Sono più simile a un orso eremita che a una ragazzina di dodici anni. Non sono certo ciò che si definisce una persona ‘carina’.»
Charlie la guardò di nuovo, serio. «Non voglio che tu sia carina, voglio che tu sia tu.»




Grace abbassò lo sguardo sul piatto e restò in silenzio a lungo. Sua madre sospirò di nuovo e si alzò dal tavolo, diretta alla credenza, convinta che la figlia non avrebbe detto altro.
«Lo sto cercando…» confessò Grace con voce roca.
Heather si voltò di scatto verso la figlia, che aveva ancora la testa abbassata sul piatto.
«Lo stai cercando?»
Grace alzò il viso. «Sì, ma non abita più al Village, o almeno non nella vecchia casa.»
La signora Morgan annuì piano. «Hai provato al negozio?»
La ragazza fece di sì con la testa e dalla sua espressione, sua madre capì che anche in quel caso non aveva avuto successo.
«Lo troverai, potrei chiedere informazioni…»
«No.» Il tono di Grace era categorico. «È una cosa mia, vorrei che non ti mettessi in mezzo.»
Heather annuì rassegnata. «Ok, Grace. Come preferisci.»




«Pensavo mi odiassi…» bofonchiò, la faccia premuta contro la spalla dell’amico. «Sono stata cattiva e stupida e me ne sono andata così, senza dirti nulla.»
«Non importa…» le disse lui, mentre giocherellava con i suoi riccioli, come faceva sempre
quando erano piccoli.
«Importa invece. Importa perché non sono mai stata così male come in questi giorni non sapendo dov’eri e il pensiero che tu sia stato così male per colpa mia…» Grace doveva dire tutto, ogni cosa che si era tenuta dentro per tutto quel tempo. «Tu sei sempre stata la persona più importante per me e io ti ho tagliato fuori per una stupidaggine. Sono un’idiota patentata!»
Charlie restava in silenzio, continuando a sorreggerla e ad accarezzarle i capelli. «Ho sempre sperato che saresti tornata» disse poi.
Grace scivolò giù da Charlie e lo guardò incredula. «Perché? Per quale ragione possibile tu non mi detesti?»
Lui sorrise, in un modo così dolce e indifeso che a Grace sembrò ancora il bambino di tre anni che l’aveva trascinata dentro l’asilo. «Mi mancavi.»
Charlie sbuffò. «Quando baci qualcuno non hai voglia di fare dell’altro?» concluse lui,
apparentemente privo di imbarazzo.
Grace pensò attentamente a come rispondere poi però si rese conto che stava parlando con Charlie, il suo Charlie, e non c’era ragione di mentirgli.
«Non saprei. Io non ho mai baciato nessuno» disse semplicemente.
Per poco il ragazzo non cadde dalla sedia dallo sgomento.
«Non è vero!» sbottò, guardandola con gli occhi sgranati.
Grace si agitò sul posto. «Grazie tante, così sì che mi fai sentire a mio agio» borbottò. Come faceva da piccola, incrociò le braccia e mise il broncio.
Charlie la guardò e sorrise, come faceva sempre ogni volta che lei reagiva così e scivolò giù dalla sedia, per raggiungerla.
Quando le fu di fronte, inginocchiato davanti a lei, Charlie le scostò un ricciolo biondo dalla fronte, un gesto così familiare ma allo stesso momento così lontano nel tempo…
«Scusami. Non volevo offenderti» le disse dolcemente.
Grace si sciolse di fronte a quella tenerezza, le ricordava il Charlie di sempre, quello che aveva passato l’infanzia a tenerla per mano. «Pensi che ti mentirei?» chiese lei, fissandolo negli occhi.
«Perché dovrei?»




«Credi che Nicole sarebbe infastidita dal fatto che mi abbracci?» chiese incerta.
Charlie pensò che se Nicole li avesse visti cinque minuti prima gli avrebbe asportato chirurgicamente i testicoli ma decise di indorare un po’ la pillola per Grace. «Beh, diciamo che non ne sarebbe proprio felice…»
Grace annuì. «Immaginavo. I vari film che ho visto sull’argomento suggerivano questa ipotesi!»
Charlie fece spallucce. Non voleva mancare di rispetto a Nicole ma per lui toccare Grace era sempre stata una cosa normale. Era come se fossero parenti.
«Meglio evitare in sua presenza, in pubblico ecco» suggerì, sperando che Grace non se la
prendesse.
«Sì, potrebbe sembrare strano.» All’improvviso sembrò realizzare una cosa e aggiunse: «con questo non voglio dire che non devi più abbracciarmi o prendermi la mano! A me piace che mi tocchi!»
Charlie abbassò lo sguardo e si morse un labbro. «Quest’ultima frase ha un significato piuttosto equivoco» le fece notare.
Grace sbuffò. «Solo perché sei tu a essere equivoco»




Charlie ridacchiò. Una reazione che decisamente non si era aspettata e che la irritò anche un poco.
«Cosa c’è da ridere adesso?» grugnì, stringendo i pugni.
«È che non sei cambiata per niente, sai? Fai tutto da sola!»
Grace riprese a camminare. «Bene. Allora un’altra cosa che farò da sola sarà tornarmene a casa!» sbraitò, con l’unico risultato di far ridere Charlie ancora di più.
«Smettila! Stupido idiota!» sbottò, voltandosi a guardarlo.
Il ragazzo smise di sghignazzare e la fissò, con un mezzo sorriso. In quel momento Grace
avrebbe voluto avere la sua macchina fotografica, Charlie era perfetto. Si stagliava magnificamente su un equilibrato gioco di luci e ombre: dietro di lui la sagoma scura dell’Empire State Building tagliava il cielo sfumato d’arancio, rendendo la figura di Charlie un’ombra indistinta su cui l’unica cosa visibile risultava essere quel sorriso obliquo che lo rendeva adorabile e detestabile al tempo stesso.
«Ti sembrerei pazza se ti chiedessi di restare immobile così finché non torno con la mia Reflex?» domandò, improvvisamente dimentica di tutto il resto.
Charlie la guardò sgomento. «Per te posso restare qui fermo per l’eternità»

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