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giovedì 18 febbraio 2016

THE DARK ZONE - Le giornate autore #6 GIUSY MOSCATO



La protagonista di oggi è GIUSY MOSCATO e il suo SAL sisters!





SinossiRebecca e Tom non potrebbero essere più diversi. La vita della donna non fa altro che peggiorare dal giorno in cui è nata. La sua esistenza racchiude più addii di quanti ne vorrebbe ricordare. Tom, invece, non desidera nulla di meglio. Ha una brillante carriera nella Marina Militare ed è fidanzato con una ragazza stupenda. Eppure, qualcosa in comune tra i due c’è e le uniche a conoscerne il segreto sono un trio di spie, le SAL Sisters.
Cosa si nasconde nel passato di Tom? Perché spie e pirati sono interessati a lui? Chi è suo padre? E cosa c’entrano le sirene nella sua vita?






Lasciamo la parola all’autrice:

  • Perché una lettrice dovrebbe leggere il tuo libro?
In “SAL Sisters” non c’è un vero e proprio protagonista. Questo romanzo si può definire più come un intreccio di storie diverse. Ogni storia presenta una diversa sfaccettatura dell’amore: da quello classico, romantico, da “lieto fine” a quello che non riesce neppure a sbocciare, da quello adolescenziale a quello sensuale e passionale, fino all’amore tra fratelli, tra amici e quello più importante di tutti, ovvero quello tra genitori e figli.

In un modo o nell’altro, c'è sempre un personaggio a cui il lettore riesce a legarsi, che sente più affine alla propria storia. Inoltre, ci sono parecchi misteri che avvolgono le varie vicende, pane per i denti dei lettori più curiosi.

  • Che cosa c’è d’innovativo e quali sono gli elementi di continuità con il genere o con la tradizione?
SAL Sisters” si slega da quella che è la tradizione letteraria sia per, come ho già detto, la mancanza di un protagonista nel vero senso del termine, sia perché il suo stesso genere non è ben definito: è un fantasy, sì, ma è anche un rosa e contiene perfino diversi elementi dei romanzi d’avventura. Diciamo che le classiche classificazioni non mi sono mai piaciute, le trovo troppo restrittive.

  • Che cosa ti ha spinta a scrivere?
Sin da quando ero piccola, diverse storie vorticavano nella mia mente. Soltanto quando ho compiuto diciassette anni, dopo aver letto “Eragon” di Christopher Paolini (scritto quando aveva all’incirca la mia età) mi sono decisa a mettere tutto su carta. È stato un modo per sfogarmi, per vomitare ciò che avevo dentro. Col tempo è divenuto una vera e propria necessità. Non riesco proprio a stare più di un paio di giorni senza buttare giù qualche riga.

  • Da cosa è nata la storia? Quali sono state le fonti di ispirazione?
La storia si è praticamente formata da sola. La passione per i pirati è stata sempre radicata in me, così come quella per le sirene. Alle elementari ho letto libri come “L’isola del tesoro” di Robert Louis Stevenson o “Peter Pan” di James Matthew Barrie. Crescendo, ho amato anime come “One Piece”, film come la saga di “Pirati dei Caraibi” o quella di “Mission: Impossible” e telefilm come “H2O”. Tutto ciò si è legato alle mie vicende personali, ai miei sentimenti, ai miei sogni. Non sembra, ma c'è parecchio di me là dentro.

  • Quando scrivi? E come? In modo organizzato e continuo o improvviso e discontinuo?
All'inizio ero molto lenta. Sia perché non avevo molto tempo da dedicare alla scrittura, sia perché era un mondo nuovo per me e mi muovevo ancora a piccoli passi. Adesso sono più sciolta e se ho una buona ispirazione riesco a scrivere per ore senza fermarmi. Fino a questa estate scrivevo come un treno, arrivando a buttare giù almeno un capitolo a settimana. Da ottobre ho ripreso con lo studio, quindi vado un po' più lenta, ma cerco di dedicare alla scrittura almeno le ore serali e tutto il tempo che passo sopra i treni (mi toccherà mettere Trenitalia nei ringraziamenti!)

Nonostante le moderne tecnologie, amo scrivere con carta e penna, sebbene non disdegni scrivere “dove capita” (sul computer, tablet, bozze del cellulare, foglietti volanti, ecc…) se mi vengono le giuste idee e non ho il mio fedele quaderno con me. Quando l’ispirazione chiama, bisogna rispondere!

  • Quali strategie hai adottato per promuovere il tuo libro e che tipo di strumenti hai usato – e usi – per proporlo all’attenzione dei tuoi potenziali lettori?
Devo ammettere che la mia naturale timidezza e insicurezza hanno inizialmente rallentato la promozione del mio libro. Ultimamente sto cercando di darmi da fare, partecipando a iniziative di vari gruppi e facendo pubblicità in giro sui vari social. Anche se sono molto discontinua in tal senso. È un aspetto che spero di migliorare.

  • Perché la scelta del self publishing? (se lo sei)
Ho scelto il self publishing perché mi piaceva avere una certa autonomia su tutto ciò che riguarda il mio libro, dalla scelta della copertina, al prezzo, alla promozione. Non escludo, però, di affidarmi a una casa editrice per i miei prossimi progetti. 

  • Progetti per il futuro?
Attualmente sto lavorando ad una trilogia d’azione basata sul mondo del ninjutsu, il cui primo volume, “Il ninja” dovrebbe uscire questa primavera. Ho tanti altri progetti in mente (e poco tempo per realizzarli), tra cui: una trilogia a tema supereroi e un romanzo tratto dal mio primo racconto sugli angeli, “Second Chance”. Inoltre… potrei anche ritornare nell’universo di “SAL Sisters” in futuro. E non dimentichiamoci i racconti per le antologie firmate Dark Zone.

  • Tre persone da ringraziare
Senza alcun dubbio la prima è la mia migliore amica (e omonima), Giusy, perché è stata la prima a credere in me e nei miei personaggi. Poi, Martina e le sue lunghe telefonate per commentare l’ultimo capitolo che aveva letto. Ritengo molto importante il dialogo con i lettori e ricevere opinioni positive dà sempre nuova energia alla mia autostima. Poi, è divertente sapere quali ragionamenti seguono per risolvere i misteri che hai cosparso lungo tutto il libro. Infine, tutti gli autori che ho conosciuto tramite il web. Confrontarmi con qualcuno con cui condivido gli stessi sogni e passioni mi trasmette grande grinta.

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